sabato 3 dicembre 2005

4 - FISICA E INFORMATICA

Fisica scritto, informatica pratico. Il prof. di fisica era un tipo di cui si farebbe fatica a trovarne l'esistenza anche nel più audace cartone animato che voi possiate immaginare. Già il nome, tutto un programma: Tolmin*o (metto l'asterisco perchè se poi dovesse trovare il suo nome con Google è capace di denunciarmi). Alto circa un metro e 70 e peso incalcolabile, Tolmin*o teneva delle lezioni di fisica così assurde e così spiegate male che gli studenti si stancarono presto di andarci. Purtroppo a medicina la frequenza è obbligatoria, così Tolmin*o pensò bene di controllare le presenze facendo passare il classico foglio delle firme durante la lezione. Effettivamente con questo metodo l'aula si ripopolò nel giro di 2 lezioni, ma aumentò esponenzialmente anche il nostro casino. E' rimasto negli annali la volta che si incazzò così tanto della nostra confusione che pronunciò questa frase: " Bene, se non volete ascoltarmi, io non parlo più". Smise di parlare per 30 secondi, la confusione intanto pian piano scemava; Tolmin*o quindi prese un pennarello e cominciò a scrivere su alcuni lucidi vuoti appoggiati sulla lavagna luminosa e ricominciò a fare lezione così, disegnando formule incomprensibili e scrivendo alcune parole per spiegare ciò che stava facendo. Andò avanti così per mezz'ora, davanti a un'aula incredula e divertita.


L'esame di fisica lo studiai il giorno prima per mezz'ora facendo fotocopie dei bigliettini che qualcun altro aveva preparato per l'esame. Io mi limitai a copiare al pc un paragrafo del libro visto che, oltre alle domande aperte, ci sarebbe stata anche una domanda con argomento a scelta; stampai tutto in carattere word 2,5 e mi preparai 4 penne trasparenti in cui infilai dentro i miei bigliettazzi. L'indomani all'esame tutti avevano milioni e milioni di bigliettini da tirare fuori al momento opportuno, nascosti nei più remoti angoli del corpo umano. Il prof ci fece fare prima la domanda a scelta, lasciandoci completamente soli per un'ora. Quando tornò, ha osato dire che se ci avesse beccato con un bigliettino, ci avrebbe annullato il compito e ci avrebbe denunciati per falso in atto pubblico alle autorità giudiziarie. Non potevamo credere alle sue parole. Proiettò un lucido con le domande d'esame. Un dramma, non sapevo neanche in che bigliettino fossero quelle cose di cui chiedeva una risposta. Sono rimasto mezz'ora a provare a copiare a destra e a sinistra ma niente, non ci riuscivo. Intanto tutti i miei colleghi avevano il loro bel bigliettino sulle gambe e copiavano a bestia tutto quello che poteva sembrargli avere senso. A un certo punto inaspettatamente Tolmin*o si alza dalla sedia e si dirige verso le scale dell'aula ad anfiteatro a passo veloce. Quel momento è rimasto nella storia del mio corso: per tutta l'aula si è sentito uno spallottolìo e uno scartoccìo di bigliettini che avrebbe sentito anche un sordo.


Presi 20 in fisica e 28 in informatica.


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