lunedì 7 dicembre 2009

PILLOLA DI VITA N. 8



Nel mio ospedale, all'ultimo piano, l'ottavo, è situata l'unità di ricovero a pagamento (URAP). In questo reparto vengono ricoverati pazienti per lo più facoltosi che preferiscono il servizio "comfort" con stanze dotate di ogni ben di Dio (divani in pelle, telefono personale, TV LCD) piuttosto che le modeste stanze di degenza dei normali reparti di ricovero. Da questo piano c'è una splendida veduta di Modena e degli Appennini, che forse vale solo essa il prezzo che si paga per la degenza.

A metà ottobre un nostro Paziente aveva scelto di essere ricoverato in URAP; era in precarie condizioni di salute ed era mentalmente lucido solo a tratti. Il mio primario mi aveva assegnato il compito di seguire il Paziente mentre veniva trasportato in radiologia per eseguire un esame. Mezzo svogliato, mi recai all'ottavo piano. Di lui sapevo solo il nome e l'appellativo: Cavaliere. Incuriosito, durante il "viaggio" dall'URAP alla Radiologia, gli chiesi perchè lo chiamassero così. E lui, in un raro momento di lucidità, mi raccontò che lui non era solo Cavaliere, ma anche Gran Ufficiale della Repubblica, Cavaliere dell'Ordine di Malta, Cavaliere dell'Ordine del Lichtenstein, Cavaliere dell'Ordine di....... Continuavo a fissarlo quasi inebetito. Possibile che davvero quell'uomo, così malato, così senza forze, così debole, fosse stato una persona così di spicco nella società di un tempo? Non capii che mestiere faceva perchè il delirio prese il posto alla lucidità. Ebbi modo solo di percepire che era stato, tra i tanti lavori che aveva svolto, un famoso pilota dell'Alitalia del dopoguerra.

L'indomani pomeriggio il primario mi aveva assegnato un altro lavoro "scomodo": andare ad aiutare il fisioterapista che cercava di mettere in piedi con il girello, dopo un lungo periodo di allettamento, il Cavaliere. Stava ormai tramontando il sole, la stanza era illuminata da luce naturale. Con fatica immane il Cavaliere, grazie al nostro aiuto e a quello del girello, muoveva stentati e stanchi, stanchissimi passi dal letto alla finestra e dalla finestra al letto, a mò di gambero. Fece questo percorso per almeno venti minuti, trascinando stancamente le gambe che a malapena lo reggevano in piedi, e in quest'arco di tempo il suo sguardo era sempre diretto verso la splendida veduta che gli si presentava davanti: gli Appennini modenesi al tramonto. Con sfiancata voce disse, all'ennesimo avanti e indietro: "Io gli ho sorvolati quei monti. Dall'aeroplano sono bellissimi". La moglie gli chiese: "E ti ricordi che monti sono?". "Certo, sono gli Appennini". "Bravo!!! Vedi che ti ricordi? E dove siamo qua?". Il Cavaliere, sempre continuando a fissare fuori dalla finestra, fece fatica a rispondere, probabilmente il periodo di lucidità stava svanendo. Rispose a fatica, dopo qualche manciata di secondi: "Siamo a Rovigo". Dal viso della moglie scomparve il sorriso. Il Cavaliere, con sguardo atono, continuava a fissare gli Appennini. Lo guardai nei suoi vecchi occhi azzurri, e ne fui colpito, e continuai a fissarlo stupito. Un brivido di malinconia mi percorse. Il suo sguardo mirava ora verso il cielo blu. Forse, pensai, in quel momento stava ricordando di quando un tempo sfrecciava con il suo aeroplano proprio in mezzo a quelle nuvole che apparivano in orizzonte. Sì, in quel momento lo stava ricordando, ne sono sicuro, i suoi occhi lo gridavano.

Il Cavaliere se ne andò durante quella notte stroncato da un infarto.

A VOLTE RITORNANO



Quasi 2 anni e mezzo di inattività "letteraria" non sono pochi. Ciò che mi ha spinto, oggi, a scrivere ancora su questo blog è stato un lettore, che mi ha contattato circa 2 mesi fa con un messaggio privato su un forum di telefonia che non ha nulla a che fare con splinder. Mi ha fatto i complimenti per ciò che ho scritto e mi ha esortato a continuare a farlo. Per un blogger penso che non ci sia cosa più piacevole di questa: dopo anni di inattività, persone che ancora leggono ciò che hai scritto e che ti esortano a continuare, contattandoti addirittura con canali extraordinari.

Tante cose sono cambiate nella mia vita. La mia indecisione, ora, sta nel come raccontarlo. Potrei farlo adesso, qua, ma poi che senso avrebbe ancora il blog? Chi mi ha letto mi chiede: "E poi? Come è andata a finire?". Lo scoprirete leggendo.

Un grazie di cuore a chi, con i suoi complimenti, mi ha spinto a riprendere questo blog.
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