mercoledì 21 dicembre 2005

UNA SERATA AL COCCO

Questa è una lettera che ho scritto a 19 anni al 1° anno di università. L'unico che ha letto questo pensiero è stato l'hard disc del mio pc. Penso sia giunto il momento di farlo leggere anche ad altri. Voglio precisare che non frequento più posti del genere. Questa è la lettera di un'idealista sognatore che non si era ancora accorto di come andava il mondo; oggi non scriverei più queste cose.


A Pasqua io e i miei amici avevamo un desiderio da attuare: andare a ballare a Riccione. Per noi che siamo di Modena non è nemmeno tanto lontano, si tratta di 150 km più o meno. Classico pranzo con i parenti e via che si parte destinazione Riccione. La notte arriva presto e alla mezza siamo dentro a una delle discoteche che viene definita una delle più belle d’Italia, un mito per generazioni di giovani: il Cocoricò. Si comincia a ballare al Titilla, il privée del “Cocco”; stanotte la techno sarà suonata qui e non in Piramide (la sala grande) come al solito, perché in occasione del Juice of Juice, uno dei più importanti eventi house dell’anno, il popolo della house ha bisogno di più spazio. Un giro veloce per prendere confidenza con la discoteca e verso l’una si comincia a vedere qualcosa di anomalo, uno strano vociare collettivo, un macabro rituale che avviene spesso nell’ambiente delle discoteche: la vendita di quelle maledette pasticche di MDMA, o comunemente ecstasy. Vedo un tipo normalissimo, cappello da pescatore in testa, camicia col taschino, avvicinarsi a un ragazzo scambiando due parole di intesa sotto lo sguardo inflessibile di un buttafuori che sembra ignorare la conversazione. Vedo lo spacciatore che prende fuori una “cala” dal taschino e la dà al ragazzo, da cui ho avvertito solo le parole: “Ma è buona? Adesso non ho i soldi, te la pago dopo”. Chissà se erano amici, se non si conoscevano, se lo spacciatore era amico di un suo amico… E allora penso che è l’una, la notte deve ancora cominciare, sono come dei grandi preparativi per un evento che durerà fino alle 6 del mattino. Schifato da tanta disinvoltura dello spacciatore, dico a un mio amico: “Ma hai visto che roba? Quasi quasi glielo vado a dire al buttafuori, forse non se ne è accorto” e il mio amico: ”Guarda, lascia stare, non ti andare a mettere nei casini, fregatene”. Decido di seguire il consiglio del mio amico. Passa un’altra ora e mezza e ora la situazione è cambiata: si cominciano a vedere gli effetti dell’ecstasy. Mentre ballo, comincio a guardare un attimo la gente attorno a me. Al Titilla c’è gente con lo sguardo fisso nel vuoto, assente, che “smascella”, digrigna i denti, balla in modo molto disordinato rispetto ad altri. C’è l’ennesimo spacciatore che ci chiede se vogliamo delle paste e noi a dirgli no, non le vogliamo le tue schifosissime paste, idiota. Vedo un ragazzino, avrà sì e no 15 anni, allungare una pasticca a un suo coetaneo, quasi entusiasta della cosa che fa, e dopo 5 secondi mettersi la pasticca in bocca insieme al suo amico. È carico, molto carico, ma forse non sa quello che sta facendo. Mi giro da un’altra parte e vedo una ragazza, avrà 25 anni, con lo sguardo perso, sembra una zombie e non sto scherzando, con un accenno di sorriso sulle labbra, forse di contentezza, che in realtà appare come una smorfia, e le palpebre semichiuse che fanno quasi impressione. Intravedo nel corridoio ragazzi che sono seduti per terra, mani nei capelli, scuotono il capo, hanno la faccia sconvolta, uno che addirittura sembra che abbia allucinazioni. E allora mi parte un “viaggio mentale”, comincio a pensare alla mia vita e a quella delle persone che mi circondano. Penso che ho 19 anni, sto facendo medicina all’università per aiutare in un prossimo futuro la gente che sta male, e invece la gente rovina il proprio cervello e a volte anche la propria vita davanti ai miei occhi. È uno spettacolo ignobile. Forse non tutti sanno che il nostro sistema nervoso è come un immenso circuito elettrico; prendere dell’ecstasy è come tagliare tanti fili elettrici (gli assoni dei neuroni, responsabili della trasmissione dell’impulso nervoso), ma non si sa quali colpirà e se quei fili elettrici sono poco o molto importanti per un buon funzionamento del nostro “impianto elettrico” sistema nervoso. E allora mi chiedo se vale la pena rischiare di buttare via la propria vita per una nottata in discoteca. Allora mi chiedo cosa stanno facendo le forze dell’ordine, perché lo sanno benissimo che di droga ne circola ancora a quintali nonostante tutti i sequestri che hanno compiuto in questo periodo. Allora mi chiedo se questi giovani hanno un progetto di vita o hanno zero ambizioni e pensano tutto il giorno a come passare il sabato sera. Mi chiedo se la campagna di informazione da parte dello Stato sia sufficiente e mi chiedo se scrivere una lettera del genere possa avere un senso, perché so che tanto a quei giovani non arriverà mai il mio messaggio. Mi chiedo se sto facendo abbastanza per fare uscire una mia amica dal giro dell’ecstasy portandogli a casa documentazioni scientifiche che testimoniano gli effetti clinici dell’MDMA sul corpo umano. Penso a tutte queste cose e non ho più voglia di ballare, perchè so che alcuni miei coetanei stanno buttando via la propria vita, ma non pensate che io sia uno di quei ragazzi perbene secchione a scuola che non fuma, non beve mai, non si è mai fatto una canna e sta a casa il sabato sera. Il contrario. Ho solo più testa di altri, o forse ho solo la fortuna di essermi informato più che bene sulle droghe che fanno veramente male al nostro organismo. La mia felicità di stasera è andata via, svanita nel nulla. Al suo posto c’è un grido disperato che chiede: ”Perché?”

 



 


 


Ritorno dal mio viaggio mentale, è passato un quarto d’ora, e non c’è più solo una zombie, ma sono diventati due, dieci, cinquanta. Si fanno le tre e mezza, siamo costretti ad accompagnare a casa a Cattolica una nostra amica che deve essere a casa alle quattro. Prima di andare via faccio in tempo a girarmi indietro e vedere una ragazza molto bella, alla sua sinistra un suo amico e alla sua destra una sua amica. Li guardo bene e vedo che fanno parte del popolo degli zombie; fisso i due occhioni verdi colmi di tristezza della bella ragazza che mi dicono: “Non c’è speranza”. Due ore e siamo a Modena, andiamo in pasticceria a fare colazione e prendiamo cappuccino e cornetto: questa sì che è una pasta che non farà mai male.

13 commenti:

  1. bello il tuo blog ;)

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  2. purtroppo nel nostro paese,ma in tutto il mondo,l'ignoranza regna sovrana.... la droga ci uccide ,corrode tutto in nostro essere.......



    è stupido buttare tutto al vento per una piccola pasticca! per divertirsi e ballare tutta la notte non serve una pasticca come non serve neanche bere come matti.....

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  3. Che schifo.

    E' una cosa che non riuscirò mai a capire.

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  4. quello che dico anch'io...le paste (brioches) di quelle ti puoi fidare

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  5. grazie per avermi linkata!!

    ricambierò la gentilezza!!

    un bacione!

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  6. certo ke mi fido, grazie x il consiglio ;)

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  7. sono contento che voi la pensiate come me.. mando a tutte quante un bacione, grazie!

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  8. Beh, è sempre così. Tu puoi pure cambiare uno, due, tre o + persone, ma altri, stupidi come sono, influenzano gli altri. Tanto dicono "Che sballo, ci facciamo due canne e sniffiamo!". Ma quando ti droghi ti senti vuoto dentro, non riuscendo pensare a nulla... sembra di stare in un sogno, ma sei in un incubo. Certe persone cominciano per paura della realtà. Questo è quanto so, perchè una mia compagna ha provato e se n'è pentita. Abbiamo pure fatto un tema a scuola, ma faceva schifo a confronto delle vere cose che accadono realmente.

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  9. Com'era la pasta? Con la crema? Oppure con la nutella?

    Ahahahahahaha





    un abbraccio

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  10. crema sempre e comunque! doveva essere un cannolo alla crema ancora tiepida.. una goduria non descrivibile a parole, soprattutto con la fame delle 4 di notte.. e tu sei pro crema o pro nutella?

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  11. sono domande da fare?!?!?





    Nutella...sempre e comunque..

    Però non posso tradire la crema..



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  12. Nononononono non ci siamo.... Nutella va col pane, crema con la sfoglia, è una legge di Natura, la chiamano anche "Legge di Kinder-Ferrero" :))

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