lunedì 25 settembre 2006

LA MORTE

Tante volte, durante la vita quotidiana, sentiamo questa austera tanto temibile parola. Ce la immaginiamo in tanti modi, per lo più associata a colori scuri, sempre e comunque brutta, negativa.


Non c'è niente da fare, la Morte ha sempre esercitato su di me un notevole fascino, come qualcosa che non si riesca ad afferrare con la ragione, ma che bisogna accettare per quello che è: la fine del percorso di vita di un qualsiasi individuo. Ho sempre pensato di non aver paura di Lei, e invece mi sono accorto di averne quando mi sono reso conto di quanto la vita, a volte, sia davvero un filo sottile che rischia di spezzarsi all'improvviso.


Ancora porto i segni su di me di quella notte in servizio d'emergenza in ambulanza che ho svolto con la Croce Rossa, che ho ben descritto in un precedente post. A volte mi torna in mente, come un proiettile che perfora qualsiasi sentimento positivo che porto in me in quel momento, quel cadavere prono nel fosso pieno d'acqua, quella scena che noi soccorritori avevamo sverginato, quasi come profani. E dopo tanti mesi ancora ci pensi, pensi alla tua impotenza davanti alla Signora in Nero, temibile ma allo stesso tempo dotata di un micidiale fascino.


Da tirocinante in chirurgia d'urgenza mi è capitato parecchie volte di avere a che fare con la Signora in Nero. Tante volte, mentre in sala operatoria assistevo a interventi palliativi su pazienti che avevano già la parola "morte" marchiata a fuoco su di loro, la intravedevo, sfuggente, con la falce in mano, che aspettava, aspettava con una inquietante calma che noi finissimo il nostro lavoro. Poi il giorno dopo, mentre ancora assonnato ti apprestavi a iniziare una nuova giornata in reparto, scoprivi che Lei era passata durante la notte, lasciando libero un letto che fino a poche ore prima era occupato.


Stamattina Lei è venuta a farci visita. Come sua abitudine, non ha avvertito che sarebbe passata. La sua prescelta era una paziente che avevamo operato 4 giorni fa, facendole una gastroenteroanastomosi palliativa per carcinoma gastrico cher aveva già dato metastasi epatiche. La paziente stava bene, non aveva nessuna anomalia, forse era solo un pò giù di morale. Lei è passata e come al solito ha attirato l'attenzione di tutto il personale; questa volta sono stati scomodati anche i rianimatori che di corsa sono giunti per Lei, ma Lei, come sempre, ha fatto una fugace visita, lasciandoci solo, come al solito, un letto libero in più. Addio, signora del letto 7.

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