domenica 16 ottobre 2005

1 - ISTOLOGIA ED EMBRIOLOGIA (1° parte)

Alle elementari, su una classe di 16 alunni, in matematica spiccavano due bambini: un moro e un biondo. Essi facevano a gara a chi finiva prima le operazioni in colonna assegnate dalla maestra in classe. Erano senza dubbio i più veloci tra quei 16, e in quegli anni nacque una splendida amicizia tra loro. Tutti e due sognavano di diventare un giorno dottori, e si promisero di fare l'università assieme una volta diventati grandi.


Il moro ero io, il biondo era Nick. Nick, un amico su cui so di potere sempre contare. Sono 18 anni che ci conosciamo, abbiamo affrontato elementari e superiori nella stessa classe, ben 10 anni insieme. Ma non solo: quella promessa di tanti anni fa venne mantenuta. Ci conosciamo così bene che basta uno sguardo, una mezza parola, un segno per intenderci appieno. Siamo diversi ma anche uguali. Con lui ho l'amicizia a cui tengo più in assoluto. A scuola è sempre stato più bravo di me e lo è anche ora all'università, ma quella volta, al test d'ingresso, lo superai. Mi vennero in mente tutte le volte che, chino su quei fogli a quadretti 5mm a fare decine di operazioni in colonna, sentivo di fianco a me una voce ancora infantile, una voce simile a quella di Paperino per via dell'apparecchio per i denti, una voce che esultava. Aveva finito ancora una volta prima di me quelle maledette operazioni.


L'impatto con l'università fu devastante, tanto che alla fine del primo anno, quel maledetto 30 settembre 2002, caddi inevitabilmente in una depressione assoluta. Fu il cambiamento a sconvolgermi: mio padre che mi svegliava alle 7 del mattino, io che rimanevo a letto fino alle 7.30, poi infilati i primi vestiti che trovi nel marasma della tua camera, corri giù a mangiare un boccone e beviti un bella tazzona di latte con Nesquik, prendi il motorello, brucia tutti i semafori e fatti i 3 km che ti separano dalla scuola in meno di 5 minuti, copia la versione che c'era per oggi ma tu non hai fatto perchè ieri hai cazzeggiato tutto il giorno, cagati addosso quando la prof. di fisica prende il registro fatidico e il suo dito unto e scheletrico passa di fianco al tuo cognome, fai il vegetale mentre interroga le altre persone (io ero un faggio, un mio amico una quercia), prendi il caffettino al cambio d'ora, continua a vegetare alla seconda ora, poi intervallo, fumati una paglia in cortile e fai due ghigne con gli amici, torna in classe, vegeta fino alla quinta ora, poi giassai, sguardo con Mastro e cioccolata alla macchinetta per reggere l'ultima ora di filosofia senza stramazzare sulla sedia mentre la prof. tenta di spiegare la critica della ragion pura di Kant. Torna a casa, mangia, simpson in tv, fai i compiti scritti e studia se hai un'interrogazione domani, esci, fatti una partita a magic, torna a casa, mangia, filmettino o telefilm del momento su italia 1 e poi vai a letto. Tutto questo non c'era più.


Alzati all'ora che vuoi, vai a lezione se ne hai voglia, cazzeggia il più possibile quando non hai esami, spaccati con i tuoi amici finchè le tue finanze te lo permettono, non avere regole. Non avevo capito cos'era medicina, non avrei retto se avessi continuato così.


A medicina le sessioni d'esame sono: gennaio-febbraio, giugno-luglio, settembre. Questi 5 mesi non vivi, gli altri 7 (a parte agosto) sono a tua discrezione, dipende da quanto vuoi essere un bravo studente. Io non ero un bravo studente all'epoca, e pagai a duro prezzo questa mia negligenza.


Cominciai a studiare tardissimo e male, il 4 gennaio 2002, per l'esame del 14 gennaio. Lo studiai con Nick. Lui promosso con 24 e io bocciato. Mi chiese il tessuto osseo e io feci quasi scena muta. Da allora cominciò il calvario esauritosi solo il 2 ottobre 2003, quando riuscii a uscire dall'abisso nel quale lentamente ero scivolato. Avevo cominciato nel peggiore dei modi l'avventura verso il fatidico pezzo di carta.


[continua]

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