giovedì 23 marzo 2006

IL MIO PRIMO CODICE ROSSO

Stanotte ero di turno in ambulanza in croce rossa. Il primo servizio è stato un codice giallo; ci rechiamo all'indirizzo comunicato dalla centrale del 118, un indirizzo che non mi era del tutto nuovo. C'era un signore di 88 anni che aveva una ferita sanguinante a livello della caviglia sinistra; probabilmente era un'arteriola perchè il getto di sangue era abbastanza importante per essere in quella zona corporea. Che sorpresa scoprire che la figlia di questo signore era una prof di filosofia che mi aveva dato ripetizioni qualche anno prima, proprio in quella casa! Così le ho chiesto se si ricordava di me e, pur non avendomi riconosciuto inizialmente, sapeva benissimo che facevo medicina perchè aveva parlato di me con la mia prof di filosofia delle superiori e ha rimembrato di come non riuscissi a ficcarmi in testa Leibniz e le sue teorie che ancora ignoro, salvo poi farmi i complimenti perchè facevo il volontario ed ero arivato al quinto anno di medicina. Certe soddisfazioni si possono gustare solo dopo molti anni. Stanotte ho cancellato le mie figuracce in filosofia (in 3 anni mai una sufficienza) con una splendida figura.


Dopo altri 2 o 3 servizi non di rilievo, verso le 4:05 arriva in sede una chiamata del 118: ci esorta a partire in codice rosso per un sospetto incidente stradale su una statale in periferia; un camionista di passaggio aveva notato in strada alcuni pezzi di macchina ma non sapeva se fossero di un incidente precedente o meno e non sapeva se effettivamente ci fosse una macchina finita fuori strada. Partiamo di gran lena in sirena spiegata e dopo 5 minuti siamo sulla statale. Controlliamo ai bordi della strada se c'è una macchina incidentata, dopo 300 metri ci accorgiamo, con la coda dell'occhio, che effettivamente ce n'è una. Inchiodiamo e scendiamo repentinamente. Lo spettacolo che ci troviamo di fronte è da pelle d'oca: un auto semidisintegrata appoggiata sulla fiancata sinistra e accartocciata su se stessa.


23032006


Altri 2 passi e un'altra scena da brivido: una persona seminuda girata di schiena dentro a un piccolo canale con la testa immersa dentro l'acqua. Dalle condizioni dell'auto e dalla dinamica dell'incidente si capisce subito che quella persona è deceduta. Non si sa se sia morta sul colpo per il devastante impatto o se sia morta in seguito per annegamento. Proviamo a percepire il polso carotideo ma l'unica cosa che avvertiamo è il freddo cadaverico di quel corpo senza vita. Dopo 10 minuti arriva anche l'automedica che non può far altro che constatare il decesso; solleva la testa del cadavere e si capisce che è un uomo di circa 35-40 anni.


Abbiamo provato a costruire la dinamica insieme ai vigili del fuoco. Sembra che la macchina andasse molto forte, almeno ai 160 all'ora; forse per un colpo di sonno, è uscita di strada 150 metri prima del punto di ritrovamento, poi sembra che abbia trovato qualcosa nel suo tragitto che l'ha fatta impennare per aria, si è schiantata a terra a ridosso del fosso con l'anteriore, ha cominciato a capottare e ha travolto una costruzione in muratura (completamente distrutta) che proteggeva la pompa dell'acqua del canale, per poi finire la sua folle piroetta 20 metri più avanti, in mezzo a un campo non coltivato. La cosa che mi ha impressionato di più è stata la casualità: con tutto lo spazio che c'era attorno, l'uomo è finito proprio dentro al canale, e anche se fosse sopravvissuto all'impatto sarebbe comunque morto annegato in pochi minuti. Così anche la pur minima speranza di salvezza si è spenta, in un gioco di leggi fisiche che hanno voluto che il corpo atterrasse proprio dentro al canale con la testa rivolta verso il basso. E così mi sono immaginato quanto deve essere brutto morire in quel modo, di notte, da solo, con la testa dentro a un fosso; mi sono venuti i brividi, brividi che tuttora ho e non c'è sonno che tenga, non importa se ho fatto due notti consecutive e alle 12 ho un'importante riunione, questi sono fatti che ti sconvolgono la mente, ti fanno pensare a come la vita sia fugace, a come possa andar via in un secondo, a come si può incontrare la morte alle 4 di notte su una squallida strada statale non illuminata.


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Mentre curiosiamo tra i rottami disparsi in un raggio impressionante, notiamo un particolare davvero agghiacciante: la ruota anteriore destra era in realtà un ruotino di scorta, con il quale non si potrebbe mai superare i 60 km/h. Mi dispiace dirlo ma se voleva ammazzarsi ci è riuscito.

21 commenti:

  1. E come lo commenti un post così? Di fronte alla morte possiamo solo chinare il capo e tacere :(

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  2. Ho letto oggi la notizia sul sito di Teleradiocittà...immagino fosse il cittadino rumeno morto sul Canaletto a San Matteo, ci sono diversi particolari che coincidono. Mi viene da dire, anche se capisco che evidentemente non pensava di finire così...se non per te stesso, almeno per tua moglie e per i tuoi figli non valeva la pena essere un po' più prudente? :-((

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  3. Ma sei Cristina? Allora hai aperto il blog finalmente! E' proprio lui.. quando ho scritto il post ancora non sapevo che fosse rumeno, che avesse 30 anni e che avesse moglie e figli. Hai ragione, è una follia correre a quella velocità con il ruotino. Ma se tu sapessi che pietà che mi ha fatto.. Sono rimasto davvero molto scosso da questo incidente, poco importa che di norma veda una pancia aperta in sala operatoria con l'intestino che ne esce fuori. Davanti alla morte c'è qualcosa che rende tutto più macabro. A immaginare la dinamica dell'incidente mi vengono i brividi. Non riesco più a togliermi quel cadavere dalla mente.

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  4. Kenzus, non sò una cagacazzi, è solo che c'abbiamo una visione un molto molto diversa delle cose io e te, non che ne esista una "giusta", non che io voglia dire che la visione giusta sia la mia (assolutamente, sia mai, peraltro se vuoi smetto di commentarti se non gradisci, no problem) ma non sono d'accordo, non sono d'accordo con una frase, che non mi piace, per niente.

    "Se voleva ammazzarsi c'è riuscito": no, non sono d'accordo, nessuno pensa che una certa situazione lo metta di fronte al rischio (intendo rischio reale, quel rischio che ti caghi sotto) di morire, nessuno realizza razionalmente che la cazzata che sta facendo mette realmente a rischio la sua vita, nessuno "vuole" morire: è solo che il mondo è pieno di gente (e io non sono meglio, anzi sto dalla parte loro) non sa come sia facile morire, ovvero lo sa ma sottostima il rischio. Gente che non sa quante volte, per delle cazzate, la vita la butta via: e non ne valeva proprio la pena.



    T'è capitato mai di buttarti a spingere in autostrada, di correre in moto o di fare qualunque altre stronzata che ci potevi rimanere? A me si, come credo a te, come credo a tutto il resto del mondo: in quel momento non ci pensavo che potevo morire, cioè lo sapevo che poteva essere una cosa pericolosa, che la gente magari c'era morta ma in quel momento non me ne fregava niente: il ragionamento più coglione del mondo, ma lo facciamo tutti, spesso lo facciamo tutti i giorni: quando piove e infiliamo la chiave nell'accensione perchè c'abbiamo fretta e con la moto facciamo, ecco poi uno magari scivola e magari ci rimane.

    E' incoscenza, è anche un pò ignoranza, è quel senso di potenza ed immortalità che uno c'ha sempre quando è giovane: ma non è voglia di morire, nessuno lo vuole e nessuno realizza in modo razionale e chiaro che la cazzata che sta facendo gli può costare la vita, le gambe, o altro.

    Ma soprattutto nessuno è pronto per la morte e nessuno se la merita: nemmeno un coglione.

    E va bene, magari tu pensi che se la merita, che se l'è cercata e che è un coglione, ma anche lui c'ha una madre, una moglie, un figlio o altra gente che ci starebbero da cani, e allora anche se tu pensi che lui se l'è "cercata" io credo che tutti costoro che gli volevano bene non se la sono cercata e meritata manco per il cazzo.



    Per una stronzata la vita (o l'uso delle gambe..) l'hai mandata a fanculo e l'hai mandata a fanculo proprio tu, da solo, e non si torna indietro, e non ti puoi incazzare con nessuno se non con te, non c'è un piano B: nessuno se la cerca e nessuno se la merita: è una cosa orrenda.

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  5. E aggiungo che le cose che "ne vale la pena" le sappiamo sempre dopo, fare le cazzate non ne vale mai la pena ma le facciamo tutti, e allora chi c'ha meno culo ci rimane, mentre noi stiamo qua, ma almeno credo che dovremmo avere la decenza di non giudicare.

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  6. la cosa triste di una morte così è la solitudine.magari sarà morto sul colpo, ma se lo immagino in quel canale da solo...di notte e al freddo, mi viene da star male!

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  7. Epi, forse hai interpretato un po' male le mie parole. Intanto premetto che mi fa molto piacere che tu commenti i miei post e per me poter avere visioni diverse dalla mia è un'occasione per crescere. Veniamo al dunque. Penso che non esista nessuno che almeno una volta non abbia fatto qualcosa di estremamente pericoloso. Come ricordi tu, basta una volta in moto a velocità folle con la pioggia, una volta in autostrada ai 220 km/h e via dicendo. Io stesso alcune volte sono uscito in scooter con 10 cm di neve per terra arrivando quasi a 45 all'ora (in strada non trafficata però). Ma Epi, renditi conto, spingersi a quella velocità (e non si sa se era 160, forse anche di più) in una strada extraurbana dove il limite è 90, con il manto stradale scivoloso per la leggera pioggerellina di qualche ora prima, forse sì, questa cosa si può fare in condizioni normali, è molto pericolosa ma si può fare. Quello che non si può fare è farlo con un ruotino di scorta. E per chi non sapesse che cos'è un ruotino, è quella ruota di scorta con battistrada più che dimezzato. Dopo una certa velocità, è matematico che tu perda il controllo. La vettura non è equilibrata perchè hai 3 pneumatici con battistrada consono alle dimensioni della vettura e in più ruotino che invece non c'entra un cazzo con le altre 3. E' una gomma diversa, non c'è niente da fare. E allora, Epi, spingersi a quelle velocità con un ruotino e con quelle condizioni stradali non significa fare qualcosa di estremamente pericoloso, significa sfidare la morte che è ben diverso. E' come affrontare una ripida discesa in moto senza freni: non è estremamente pericoloso, è quasi matematico che ti fai del male e forse ci lasci la pellaccia.

    Io Epi non ho ho mai detto che si meritava la morte. Ci mancherebbe. E non ho mai detto neanche che fosse un coglione: non lo conoscevo. Con la mia ultima frase ho voluto solo dire che ha sfidato la morte, magari non rendendosene conto, e ha perso. Io, Epi, una cosa così non l'avrei mai fatta e non so se tu l'avresti fatta. Non pensare che non mi dispiaccia: sono stato male per lui e ancora ora ci penso spesso. Ci sono cose e cose che si possono fare. Quella che ha fatto lui era "da pazzi", per questo ho scritto che se voleva ammazzarsi c'è riuscito.

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  8. No Epi, mi rimangio tutto quello che ho detto sia nel post che nel commento. Accompagnando mio fratello 10 minuti fa a una partita di calcio, mi sono reso conto che ho scritto una marea di boiate. Che la vita è bella, che lui non voleva morire, che basta poco per rimanerci. Nessuno vuole morire e nessuno se lo aspetta, neanche andando ai 160 con un ruotino. Poteva succedere anche a me una miriade di volte che ho fatto il pazzo per la strada. Scusa per quello che ho scritto, hai ragione tu. In fondo il dialogo tra persone serve a ragionare, e tu sei riuscita a farmi riflettere. Scusa ancora.

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  9. Fasty: è proprio quello che mi fa star male, sapere che è morto da solo in quelle circostanze.

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  10. Si, ho presente così un ruotino: la storia di Lentini, no?:) correva come uno sfrentato sulla Serravalle proprio col ruotino..faccio un inciso: la Serravalle è tipicamente usata come una pista, se la fai te ne rendi conto, peraltro alcuni ci fanno anche i "garini", cheppoi infatti alcuni la chiamano solo la "Serra" per tutti i fiori che ci stanno, i fiori della gente che ci s'è sfragnata e c'è rimasta.

    Aggiungo che un'auto col ruotino oltre a non essere equilibrata c'ha anche una convergenza di merda, poi bisogna vedere se il ruotino sta dietro o davanti e se è una trazione anteriore o posteriore, che per dire il ruotino dietro su una trazione posteriore è un biglietto assicurato solo andata per il cimitero,che la macchina te parte di culo e bonanotte al secchio.



    Vabbè, cazzate a parte, scusa se nel precedente mi sò un pò "accesa" nei toni, ecco mi dispiace se prima mi sono espressa in modo brusco:)

    Un saluto



    Epi

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  11. Hai fatto bene, sulla morte certe cose non le devo dire.

    Un bacione

    Kenzus

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  12. penso che sia un incidente orribile e che chiunque sarebbe rimasto molto segnato nel vedersi di fronte uno scenario del genere...ti capisco. sono contenta che hai cambiato il tuo pensiero sul fatto...la morte purtroppo non se l'aspetta nessuno e di cazzate se ne fanno e tante anche.

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  13. Ciao dottore, buona domenica.

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  14. Francamente Kenzus non mi è sembrato un discorso particolarmente "cinico" il tuo.

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  15. - Noemi: hai ragione, può capitare quando meno te lo aspetti.

    - Sciroppato: buona domenica anche a te!

    - Kucciola: era cinica solo l'ultima frase del post, mi sono pentito di averla scritta.

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  16. Proprio all'ultima frase mi riferivo.

    E ci tengo a precisare che, in generale, la categoria dei medici è una categoria che non sopporto appunto per il cinismo e la supponenza con cui trattano i pazienti.

    Di cazzate rischiose se ne fanno tante, ma per conto mio, fare i 150 con il ruotino è folle.

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  17. Mah, è chiaro che meglio di chi l'ha scritta, l'ultima frase di questo post, non c'è nessuno che la possa interpretare...Tuttavia a me personalmente non è parsa sentenziosa nè sprezzante. E' chiaro che non sia da prendere alla lettera, non mi pare che Kenzus abbia avuto l'atteggiamento dello sparasentenze ottuso e giudicatore che dice "Ben gli sta", secondo me non era questo il senso. Semplicemente, con tutta la pietà che senz'altro si prova per questa persona, che ripeto, di certo non realizzava ciò a cui andava incontro, il ragionamento è: la sfiga esiste e può colpire tutti (la famosa tegola che mi cade in testa mentre cammino per strada), però se non la aiutiamo è meglio. Con questo, la vita è bella, lui non voleva morire, basta poco per rimanerci, nessuno giudica nessuno ecc. Però, a mio avviso, proprio perchè l'attimo è così fuggente, cerchiamo di non spingerci dientro.



    Cristina

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  18. Mi pare che i commenti mostrino la buona volontà dei partecipanti: ho voluto dire - mi aiuti a crescere - mi dispiace - è pericoloso - la tristezza della famiglia.

    Staf

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  19. L'importante, cari ragazzi, è il dialogo e con questo post ne è stato sentenziato il suo valore. Ognuno la vede come vuole ed è proprio questa differenza di vedute che può far crescere chi è disponibile ad accettare versioni diverse dalla propria pur magari non condividendole. Vi voglio bene.

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  20. ripetizioni di filosofia???



    vedi a 16 anni ho perso una carissima amica..da cogliona non aveva allacciato il casco,da cogliona teneva il piercing al naso con la farfallina(10 anni fa il buchetto al naso era una pratica naif-casalinga) cosa che ha rallentato i primi soccorsi (i dottori non accorgendosi di 'sto fatto hanno spinto il tubicino e poi hanno perso tempo per vedere con le lastre dove minchia s'era ficcato),da cogliona aveva attraversato una strada in prossimità di uno stop..



    ho capito solo una cosa..è destino,la storia che hai raccontato e un atroce esempio di quella macchina inspiegabile di coincidenze..



    che lavoro schifoso ti sei scelto,ragazzo mio..

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  21. che fine hai fatto kenzus?sotto esame?

    buona primavera!

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